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13 ottobre 2025

Google AI Overview: cos'è, come funziona e l'impatto sui risultati di ricerca

Google sta cambiando. Negli ultimi mesi, infatti, la SERP (Search Engine Result Page) è stata aggiornata con un nuovo strumento: la sezione AI Overview. Ma di cosa si tratta esattamente? Come funziona, e quale sarà il suo impatto sulla SERP (e su come gli utenti cercheranno informazioni in futuro)?

La risposta a questa e altre domande nelle prossime righe.

Ti abbiamo incuriosito? Siamo pronti ad ascoltarti: parlaci del tuo progetto!

Cos’è Google AI Overview

AI Overview è la risposta generata con l’intelligenza artificiale che Google mostra direttamente nella pagina dei risultati quando ritiene utile offrire una sintesi iniziale dell’argomento cercato. In pratica, l’utente trova un riquadro con una spiegazione coerente, corredata dai link alle fonti principali utilizzate nella generazione e utili a chi desidera approfondire ulteriormente l’argomento: non si tratta dunque di un estratto da un singolo sito, ma un riepilogo (o, volendo tradurre alla lettera, una “panoramica”) costruito dall’intelligenza artificiale a partire da più pagine web, che contiene anche link di riferimento per proseguire l’esplorazione. L’obiettivo dichiarato da Google è quello di ridurre i passaggi necessari per capire un tema e permettere all’utente di entrare nel dettaglio che ritiene eventualmente più rilevante.

La panoramica, tuttavia, non appare per ogni query: interviene su ricerche in cui aggiunge valore reale rispetto alla SERP tradizionale (ad esempio quando deve rispondere a una domanda specifica), e la sua disponibilità varia in base al Paese.

Per interpretare correttamente le AI Overview di Google conviene distinguere questa funzione dai tradizionali featured snippet (noti anche come “risultati zero”). Mentre questi ultimi citano un solo passaggio tratto da una pagina (senza modificarlo), l’overview generativa produce un testo originale che riassume più fonti, esplicita i passaggi logici e incorpora collegamenti ai contenuti originali per verificare le affermazioni mostrate.

Come è evidente, si tratta di un cambiamento di paradigma nell’approccio ai risultati di ricerca: l’utente vede “il succo” della risposta subito, mentre la visita (non scontata) ai siti fonte serve ad approfondire l’argomento, eventualmente validando la risposta.

 

Come funziona AI Overview

Google usa modelli generativi per sintetizzare informazioni provenienti dal web e dai propri sistemi di comprensione della ricerca. L’overview si attiva quando gli algoritmi stimano che una risposta ragionata, con passaggi e fonti, aiuti più di una semplice lista di link (ovvero più della SERP per come l’abbiamo conosciuta fino a oggi). Nel riquadro, oltre al testo, compaiono collegamenti a pagine considerate utili per andare oltre la sintesi (che, a sua volta, è stata generata a partire dalle sopracitati fonti); in molti casi sono presenti anche indicazioni su come l’AI ha costruito il passaggio, con inviti a “scoprire di più” tramite i siti citati. Google sottolinea che l’overview è un punto di partenza, non un punto d’arrivo: la progettazione tende dunque a favorire l’approfondimento dei temi mostrati.

Per chi scrive contenuti per il web, le linee guida di Google ribadiscono di concentrarsi su qualità, originalità e valore aggiunto di quanto proposto: questo perché i segnali che hanno sempre contato per la ricerca continuano a valere anche all’interno delle esperienze generative.

 

AI Overview e l’impatto sulla SERP: dalla SEO alla GEO

L’introduzione dell’overview sta cambiando non solo il modo in cui vengono Google AI Overview: cos’è, come funziona e l’impatto sui risultati di ricerca, ma anche le dinamiche di interazione con essi (e, in parte, il livello di attenzione dedicato ai contenuti).

Per cominciare, il fatto che una parte delle risposte informative si sposti verso il riquadro dell’AI Overview riduce la necessità di scrollare la pagina per trovare il risultato desiderato; in più, i click si distribuiscono tra i link presenti nell’overview e quelli della SERP classica. Google sostiene che, per le ricerche più complesse, le persone visitano una maggiore diversità di siti rispetto al passato, proprio perché l’overview suggerisce percorsi di approfondimento mirati. Nel dibattito del settore, però, non mancano analisi preoccupate per la possibile contrazione del traffico organico in alcune categorie, specialmente per query puramente informative in cui la sintesi è già esaustiva.

Per chi si occupa di posizionamento, la SEO deve abbracciare una nuova prospettiva già denominata GEO (Generative Engine Optimization), cioè un’ottimizzazione pensata anche appositamente per i risultati generativi. In concreto, conviene costruire pagine che rispondano con chiarezza all’intento di ricerca, partendo da un paragrafo iniziale che espone la soluzione in modo netto e verificabile, per poi sviluppare contesto, esempi e casi d’uso.

Il linguaggio dev’essere preciso, puntuale e privo di riempitivi (in altre parole: “allungare il brodo” non serve a nulla!); le citazioni a fonti autorevoli e l’indicazione dell’autore, inoltre, rafforzano l’affidabilità.

Allo stesso tempo strutture di pagina ben definite, dati verificabili, tabelle e grafici aiutano l’AI a capire la pagina e a selezionarla come riferimento.

Anche gli elementi di reputazione (ad esempio le pagine “Chi siamo”, i profili autore e i recapiti) contribuiscono al quadro di esperienza e affidabilità che Google dichiara di ricercare nelle esperienze AI.

Guardando ai consigli operativi, emergono alcune priorità trasversali; queste sono, nello specifico:

  • originalità: non basta riscrivere ciò che già esiste, bensì arricchire i propri contenuti aggiungendo dati di settore, casi studio e altre informazioni utili;
  • novità: pagine aggiornate con i dati recenti aumentano la probabilità di venire selezionati come fonti utili;
  • chiarezza: domande e risposte ben formate, definizioni precise, passaggi logici ordinati sono molto apprezzati dalle IA generative.

In parallelo, è utile monitorare le query che attivano le risposte overview nel proprio settore, in modo da capire quali contenuti vengono citati e come colmare alcune lacune informative creando contenuti propri.

 

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