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21 giugno 2022

Naming aziendale: come sceglierlo

Naming aziendale: il nome del nostro brand, della nostra azienda, della nostra attività. Sceglierne uno efficace vuol dire trovare il modo di farsi ricordare immediatamente nello spazio di pochissime parole.

A volte ne basta una, altre ne servono due o tre: in ogni caso, ci sono tecniche e accorgimenti che aiutano a costruire come si deve il naming di un’impresa. In questo articolo vedremo meglio che cos’è un naming aziendale, perché è importante e come crearlo.

Il naming aziendale vincente: caratteristiche

Quali sono le caratteristiche di un buon naming aziendale? Pensa ai brand che ricordi con più facilità e prova a riflettere su come sono costruiti. Facci caso: hanno più o meno tutti delle caratteristiche comuni.

La prima, e forse anche quella più immediatamente riconoscibile, è la brevità: un buon naming è breve, perché le parole brevi sono più facili da ricordare rispetto a quelle lunghe. In più, sono perfette per loghi, marchi e grafiche. Immagina ad esempio cosa succederebbe se invece dell’acronimo FIAT sulla carrozzeria della tua auto ci fosse scritto per intero Fabbrica Italiana Automobili Torino. L’esempio rende l’idea, giusto?

Per essere semplice da ricordare, un brand deve essere anche facile da pronunciare e comprensibile. Se il nome di un brand assomiglia a uno scioglilingua, le persone faranno fatica a ripeterlo: e un nome poco ripetuto difficilmente si fissa nella mente di chi lo sente.

La terza caratteristica di un naming aziendale efficace è la capacità di distinguersi. A volte capita che lo stesso nome appartenga a brand diversi: fortunatamente, di solito si tratta di aziende di settori differenti. Se però un’azienda ha lo stesso nome di un’altra, di ambito differente ma molto più conosciuta, si corre il rischio di essere confusi, oppure fagocitati. Trasferendo la situazione nel campo delle ricerche online, ad esempio, se gli utenti cercano il nome di un brand il primo ad apparire sarà quello più noto.

Dal momento che stiamo parlando di web, un’altra caratteristica fondamentale di un buon naming aziendale è la disponibilità. In altri termini, il fatto che il nome a cui stai pensando per la tua azienda non sia già “occupato” da qualcun’ altro. Due situazioni in cui questo elemento diventa particolarmente importante sono:

  • La registrazione di un marchio: prima di procedere si devono fare ricerche non soltanto sul nome del brand, ma anche su marchio e logo. Oltre ad assicurare che il naming sia disponibile, questa attività serve anche a evitare che altre aziende con nome, categoria merceologica o logo simile al nostro si oppongano alla registrazione.
  • L’acquisto di un dominio per il sito web: in questo caso possiamo sfruttare i vari servizi online che permettono di verificare se un dominio è già stato acquistato in precedenza. Quando succede, il sistema ci propone anche alcune possibili soluzioni, come il  cambio di estensione del dominio (da .it a .com o .org, ad esempio).

L’ultima caratteristica fondamentale è forse la più importante: il naming aziendale deve piacere ai clienti. Perché questo succeda, serve un mix di tutti gli elementi di cui abbiamo parlato. Una volta deciso il naming, l’idea migliore è quella di fare un test, proponendolo a potenziali clienti, persone che lavorano nell’ambito del marketing, dipendenti.  Se funziona, saranno loro a dirtelo per primi.

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I sette tipi di naming aziendale

Il naming è un elemento fondamentale per la comunicazione della tua azienda, anche in termini di digital branding.  Non tutti i naming sono uguali, però: ce ne sono di diverso genere, ognuno con una funzione o un’impostazione costruttiva specifica. Se proviamo a classificarli secondo questa suddivisione, possiamo individuarne sette tipi:

  • Descrittivo: un naming aziendale descrittivo contiene una parola che rimanda direttamente ai prodotti o ai servizi offerti dall’impresa. Tra gli esempi più classici, Poltronesofà: un nome semplice, intuitivo, facile da ricordare. Certo, non è la scelta più originale, ma l’azienda dal canto suo ci ha messo il carico da novanta, grazie alle campagne di comunicazione che tutti abbiamo imparato a conoscere.
  • Astratto: è il caso del nome di un brand che, di per sé, non ha significato. Un suono accattivante, una parola cambiata per diventare un nome che rimane subito in testa. Ad esempio, il nome Avon, brand di cosmetici conosciuto in tutto il mondo per il suo sistema distributivo.
  • Lessicale: potremmo definirlo un gioco di parole. Infatti il naming aziendale di questo tipo deriva dall’accostamento di parole, oppure dall’inserimento di onomatopee e allitterazioni. Ad esempio il nome dei LEGO®, i mattoncini più famosi del mondo, nasce dall’unione delle parole danesi “Leg godt”, cioè “giocare bene”.
  • Geografico: in alcuni casi il paese di provenienza è talmente collegato all’identità di un brand che l’azienda sceglie di includerlo nel proprio naming. Capita di frequente con le compagnie di bandiera, o con altre imprese di importanza nazionale, spesso pubbliche: Air France, Poste italiane o Italcementi sono esempi di questo genere.
  • Evocativo: un naming aziendale evocativo sceglie un’immagine o una metafora che si collega immediatamente ai valori dei brand. Pensate ad esempio a nomi come Jaguar o Puma: due scelte che evocano lo scatto agile e potente di un felino, il primo nel settore delle auto di lusso, il secondo in ambito sportivo.
  • Patronimico: soluzione molto diffusa, che usa il nome del fondatore (o della famiglia fondatrice) per identificare il brand. Barilla Rana, Dolce&Gabbana, Bulgari: dal food al fashion moltissime imprese di eccellenza del Made in Italy hanno scelto il patronimico come naming aziendale.
  • Acronimo: se il nome di un’azienda è una sigla, può darsi che si tratti di un acronimo. Ad esempio, ENI sta per Ente Nazionale Idrocarburi, mentre IBM è l’acronimo di International Business Machines.

Una panoramica veloce, che però ci fa entrare nei meccanismi operativi di studio e creazione del naming aziendale. E siamo sicuri che mentre scorrevi l’elenco ti sono venuti in mente moti altri esempi.

Come costruirlo, passo dopo passo

Ma esistono delle regole per creare un naming davvero efficace? Intendiamoci, non vogliamo limitare la creatività, ma proviamo comunque  a darti qualche suggerimento utile.

Prima di lanciare un brainstorming interno con i tuoi collaboratori alla ricerca del nome perfetto, fermati a riflettere: qual è il messaggio che vuoi trasmettere? Il naming della tua azienda dovrà rispecchiare, anche solo per associazione di idee, suoni o elementi i valori del tuo brand e la tua specificità.

Ad esempio, scegliere un patronimico significa mettere in luce la storicità dell’azienda e l’esperienza di chi l’ha fondata. Un nome costruito associando più parole, invece, rimanda da subito al campo semantico della tua attività.

Un secondo aspetto da considerare è la concorrenza. Ricorda le caratteristiche fondamentali del naming aziendale di cui abbiamo parlato all’inizio e chiediti:

  • Quali strategie hanno applicato i tuoi concorrenti nella scelta del nome del loro brand;
  • Considerandolo dall’esterno, quali sono i punti di forza e i punti di debolezza del naming scelto dai tuoi competitor. Ad esempio un nome potrebbe essere difficile da ricordare, ben focalizzato sul loro ambito di attività o piuttosto generico, originale o più comune.
  • Se possibile, che tipo di comunicazione sviluppano verso i clienti e verso altri soggetti con cui entrano in contatto. Il tono usato, le modalità di comunicazione, il feedback dei clienti sono in linea con il loro naming?

Ѐ arrivato il momento di dare sfogo alla creatività con un brainstorming: siediti ad un tavolo con il tuo team, spiega loro le tue considerazioni iniziali e invitali a suggerire tutti i nomi possibili. Non giudicare le proposte: lascia i partecipanti liberi di esprimersi, perché spesso il guizzo geniale arriva quando meno te lo aspetti.

Ora restringi il campo: considera i naming proposti alla luce dei criteri di valutazione di cui abbiamo parlato all’inizio e identifica i due o tre migliori. A questo punto, proponili al tuo gruppo di lavoro, magari coinvolgendo anche qualche cliente effettivo o potenziale.

Una volta individuato il naming aziendale giusto, inizia ad approfondire:

  • Crea un logo collegato e un pay – off che esprima più esplicitamente i valori del tuo brand.
  • Quando avrai definito questi elementi, inizia a sviluppare l’immagine coordinata. Utilizza naming, logo e pay – off per il tuo sito, le tue presentazioni, la tua carta intestata.
  • Infine, fai qualche test: sottoponi naming, logo, payoff e immagine coordinata ai possibili clienti e studia la loro reazione.

La vera cartina di tornasole, ovviamente, sarà la reazione del mercato quando il tuo brand verrà lanciato ufficialmente. Iniziare con il naming aziendale giusto, però, è un primo passo importante verso il successo.

E se cerchi qualcuno che ti aiuti non solo a individuare il naming per la tua azienda, ma anche a sviluppare un’immagine coordinata collegata, contattaci. Il nostro studio è specializzato in comunicazione, digital branding e grafica.

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